Il portale maggiore
del Tempio di San Giovanni al Sepolcro, risale al XII secolo, ed è considerato uno dei capolavori dell’arte romanica in Puglia.
E’ decorato con numerosi bassorilievi scolpiti in pietra che raffugurano animali fantastici e simboli tratti dal bestiario medievale, che rappresentava virtù, vizi, paure e speranze dell’uomo medievale.
Il bestiario era un libro illustrato molto popolare nel Medioevo che raffigurava una serie di animali fantastici e reali, accompagnati da allegorie religiose e moraleggianti. Era considerato un’opera di divulgazione, in quanto cercava di spiegare il significato simbolico di ogni animale e la sua rappresentazione nella Bibbia. Talvolta, gli animali venivano descritti con caratteristiche e comportamenti fantastici e stravaganti, si veda ad esempio il grifone, il drago o la fenice.
Scritti e illustrati da monaci o chierici, rappresentavano un importante strumento di insegnamento e catechesi per la popolazione, che spesso non sapeva leggere e scrivere.
Oltre al portale, l’apparato iconografico è costituito da un protiro sorretto da due leoni stilofori con addossate colonne e capitelli.
Leone stiloforo
è una rappresentazione scultorea di un leone che sostiene una colonna o una struttura architettonica.
Nel Rinascimento, il leone stiloforo è stato ripreso come un motivo decorativo, spesso utilizzato per sostenere le colonne o le mensole all’interno dei palazzi e delle chiese. In questo periodo, il leone stiloforo è diventato anche un simbolo di potere e di virtù, associato in particolare alle figure di santi e di sovrani.
Intradosso
Il capitello sinistro
Nel capitello a sinistra si vedono uomini e donne che danzano e, seminascosto vicino alla parete, un uomo che suona uno strumento a corde.
Il capitello destro
Nel capitello a destra, due pavoni beccano le orecchie di un uomo. In questo caso, i “pavoni” rappresentano coloro che cercano di convincere o manipolare l’uomo, poichè “beccare le orecchie” suggerisce un’azione fastidiosa, come se gli uccelli stessero cercando di penetrare nella mente dell’uomo per indurlo a fare qualcosa.
In sostanza, si indica una situazione in cui una persona viene continuamente adulata o lusingata per convincerlo a fare qualcosa.
Immagini sugli stipiti
Cervo con un tralcio di vite
L’immagine del cervo con un tralcio di vite che esce dalla sua bocca è un simbolo comune nell’iconografia cristiana medievale. Questa rappresentazione è spesso associata alla figura del Cristo, il quale è stato raffigurato come un cervo che porta in bocca il tralcio della vite, simbolo della sua missione salvifica. Il cervo era anche considerato un animale puro e innocente, in quanto veniva creduto in grado di scacciare i serpenti, simboli del male e del peccato. Pertanto, questa immagine rappresenta la dualità tra la natura umana e divina di Cristo, la sua missione di salvezza e il potere di scacciare il male.
Aquila che sottrae il veleno al serpente
L’immagine dell’aquila che sottrae il veleno al serpente è un simbolo che ha origine nell’antichità classica e che è stato poi ripreso anche nel cristianesimo. L’aquila, simbolo di forza e di potenza, è stata spesso associata alla figura di Dio, mentre il serpente rappresenta il male e la tentazione. L’immagine dell’aquila che sottrae il veleno al serpente può quindi essere interpretata come un simbolo della vittoria di Dio sul male.
Fanciulla con cornucopia su leone che allatta
L’immagine della fanciulla con la cornucopia su un leone che allatta è un simbolo che ha radici nell’antica mitologia greca e che è stato ripreso anche nell’iconografia cristiana medievale. La fanciulla rappresenta la fertilità, l’abbondanza e la prosperità, mentre il leone simboleggia la forza, il coraggio e la nobiltà. L’immagine del leone che allatta la fanciulla rappresenta quindi una sorta di paradossale contrapposizione tra la ferocia del leone e la dolcezza della fanciulla, ma anche la capacità di quest’ultimo di proteggere e nutrire. Nell’iconografia cristiana, questa immagine è stata spesso associata alla Vergine Maria, la quale è stata rappresentata come la “Madre della misericordia” che protegge e nutre i suoi fedeli come un leone che allatta i suoi cuccioli.
Donna che cavalca un basilisco
Nell’iconografia medievale, la rappresentazione di una donna che cavalca un basilisco è piuttosto rara e non molto diffusa.
In generale, il basilisco era considerato un animale malvagio e pericoloso, descritto come un serpente con una cresta sul capo, simbolo del peccato e della tentazione.
La figura femminile potrebbe essere vista come un simbolo di virtù e di controllo sulla natura malvagia dell’animale, poiché la donna riesce a cavalcare il basilisco senza essere ferita o uccisa dal suo sguardo letale. In taluni casi, la donna potrebbe anche rappresentare la Virtù che domina il vizio o la Tentazione.
Guerriero normanno sconfigge il saraceno
L’immagine del guerriero normanno che sconfigge un saraceno rappresenta uno dei temi iconografici più diffusi nell’arte medievale europea, in particolare durante le Crociate. I normanni erano un popolo guerriero originario della Scandinavia che si stabilì in Normandia, nel nord della Francia, nel X secolo. Durante le Crociate, i normanni furono tra i principali alleati dei cristiani e combatterono contro i musulmani saraceni per la conquista della Terra Santa. L’immagine del guerriero normanno che sconfigge il saraceno rappresenta quindi la vittoria della fede cristiana sulla religione musulmana. Nell’iconografia medievale, il guerriero normanno era spesso rappresentato come un simbolo di coraggio, di lealtà e di fedeltà verso la causa cristiana, mentre il saraceno rappresentava il nemico, l’infedele, il barbaro da combattere. Tuttavia, è importante sottolineare che questa immagine rappresenta una visione etnocentrica e parziale della storia, che non tiene conto della complessità dei rapporti tra i vari popoli e culture che si sono scontrati durante le Crociate.
Leone che sconfigge il Toro
L’immagine del leone che sconfigge il toro è un tema iconografico che risale all’antichità classica e che è stato ripreso in molte culture e periodi storici successivi, compreso il Medioevo. Il leone è spesso considerato il re degli animali, un simbolo di potenza, coraggio e forza, mentre il toro rappresenta la ferocia, la forza fisica e la resistenza. L’immagine del leone che sconfigge il toro può essere interpretata in diversi modi: da un lato, può rappresentare la superiorità del regno animale sul mondo naturale, con il leone che simboleggia l’ordine e la giustizia e il toro che rappresenta il caos e l’anarchia. D’altra parte, può essere interpretata anche come un simbolo di vittoria dell’uomo sulla natura, con il leone che rappresenta la forza dell’uomo e il toro che simboleggia la forza della natura. Inoltre, nell’iconografia cristiana, il leone che sconfigge il toro è stato spesso interpretato come un simbolo della vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato.
Un tarasque che assale un animale
Il tarasque è una creatura mitologica francese che somiglia ad un drago o ad una bestia ibrida, con un corpo di drago, sei zampe, corna, coda di serpente e un lungo collo. Secondo la leggenda, il tarasque viveva nei pressi della città di Tarascona, nella regione della Provenza, e terrorizzava gli abitanti locali.
Nelle rappresentazioni tradizionali, il tarasque era spesso mostrato mentre attaccava un animale, con la sua bocca aperta e i suoi artigli affilati. Questa scena rappresentava la natura malvagia e predatrice del tarasque, che si cibava di bestiame e, talvolta, anche di persone.
In generale, le rappresentazioni del tarasque che assale un animale erano una forma di ammonimento e di messaggio morale, che invitava i fedeli a tenere a bada i propri istinti predatori e a non diventare come la creatura mitologica.
Elefante fonte di vita
L’elefante era spesso rappresentato come un animale sacro, potente e amichevole, associato alla longevità, alla saggezza e alla forza. In alcune versioni del bestiario, l’elefante veniva anche descritto come una fonte di vita, che poteva fornire cibo e acqua a chiunque avesse bisogno.
Pavoni di fronte
L’immagine dei pavoni di fronte è un tema iconografico che è stato ripreso in diverse culture e periodi storici, compreso il Medioevo. I pavoni sono uccelli molto appariscenti e vistosi, simbolo di bellezza, eleganza e fierezza, e sono spesso associati alla mitologia e alla spiritualità. L’immagine dei pavoni di fronte può essere interpretata in diversi modi: da un lato, può rappresentare la dualità e la polarità, con i due uccelli che simboleggiano il contrasto tra la luce e l’ombra, la vita e la morte, il bene e il male. D’altra parte, può essere interpretata come un simbolo di equilibrio e di armonia, con i due pavoni che rappresentano la complementarità tra le forze opposte e la necessità di trovare un punto di equilibrio tra di esse. Nell’arte medievale, i pavoni di fronte erano spesso utilizzati per decorare i manoscritti, le tavolette e gli altri oggetti preziosi, come simbolo di bellezza e di lusso, ma anche come rappresentazione della virtù e della giustizia, che erano considerate le qualità essenziali per il governo di un re o di un principe.
Uomo con lepre
L’immagine dell’uomo con la lepre è un tema iconografico che può avere diverse interpretazioni simboliche, a seconda del contesto storico e culturale in cui è rappresentato. In generale, la lepre è un animale che viene associato alla rapidità, alla vivacità e alla furbizia, ma anche alla vulnerabilità e alla fragilità. Nell’arte medievale, l’uomo con la lepre era spesso rappresentato come un cacciatore o un falconiere, che aveva catturato l’animale e lo teneva tra le mani. Questa immagine può essere interpretata come un simbolo di potere e di controllo sull’animale, ma anche come un richiamo alla virtù della pazienza e della perseveranza, che sono qualità necessarie per la caccia e la falconeria. Inoltre, l’immagine dell’uomo con la lepre può essere vista come un richiamo alla fragilità della vita umana e alla sua relazione con la natura, rappresentando un momento di armonia e di connessione tra l’uomo e l’animale. In alcune culture, la lepre è anche associata alla fertilità e alla rinascita, quindi l’immagine dell’uomo con la lepre può essere interpretata come un augurio di prosperità e di fecondità.
Centauri di sesso opposto messi di fronte
L’immagine dei centauri di sesso opposto messi di fronte è un tema iconografico che può avere diverse interpretazioni simboliche, a seconda del contesto in cui è rappresentato. In generale, i centauri sono creature mitologiche metà uomini e metà cavalli, che rappresentano l’unione tra la forza fisica e la saggezza intellettuale. Nell’arte medievale, i centauri di sesso opposto messi di fronte erano spesso utilizzati come simbolo di contrasto e di opposizione tra le diverse forze della natura, come il maschile e il femminile, la luce e l’ombra, il bene e il male. Questa immagine può anche rappresentare l’unione tra le forze opposte, la complementarità tra gli elementi maschili e femminili, la fusione tra l’umanità e la natura. Inoltre, i centauri sono creature che rappresentano la dualità dell’essere umano, con la metà animale che simboleggia l’istinto e la metà umana che rappresenta la ragione e la coscienza morale. L’immagine dei centauri di sesso opposto messi di fronte può quindi essere interpretata come un richiamo alla necessità di trovare un equilibrio tra l’istinto e la ragione, tra la forza fisica e la saggezza intellettuale, tra le forze opposte della natura.
Sansone che spezza le fauci del leone
L’immagine è un tema iconografico che rappresenta un episodio biblico dell’Antico Testamento. Secondo la Bibbia, Sansone era un giudice d’Israele che venne scelto da Dio per liberare il popolo di Israele dalla schiavitù filistea. Durante la sua missione, Sansone si scontrò con un leone che cercò di attaccarlo. Tuttavia, Sansone riuscì a uccidere il leone con le sue mani nude, spezzandogli le fauci. Questo episodio rappresenta la forza e la potenza di Sansone, che viene considerato un eroe biblico e un simbolo della giustizia divina.
Cavaliere nudo su cavallo
L’immagine del “cavaliere nudo su cavallo” è un tema iconografico che si trova in diversi contesti artistici e culturali, spesso associato alla figura del Cristo trionfante o al mito greco di Eracle (Hercules) che cavalca un cavallo alato. L’immagine può rappresentare una figura divina o un eroe, che con il suo coraggio e la sua forza è in grado di cavalcare un cavallo senza bisogno di selle o finimenti.
In alcuni casi, l’immagine del cavaliere nudo su cavallo potrebbe rappresentare la purezza e la virtù, poiché l’uomo è rappresentato senza alcun ornamento o segno di status, ma solo con la sua forza e il suo coraggio. In altri casi, l’immagine potrebbe simboleggiare la vittoria sulla morte e sulla sofferenza, poiché il cavallo era spesso associato al viaggio nell’aldilà e al passaggio verso un altro mondo.
Inoltre, l’immagine del cavaliere nudo su cavallo potrebbe rappresentare un ideale di cavalleria, che valorizza la forza, la coraggio e la purezza del cavaliere. In questo senso, l’immagine potrebbe essere interpretata come una rappresentazione della virtù cavalleresca, che prevedeva il rispetto delle regole e dei valori della cavalleria, come l’onore, la lealtà, la fedeltà e la galanteria.
Due pavoni affrontati
L’immagine dei pavoni affrontati è un tema iconografico che rappresenta due pavoni di fronte l’uno all’altro, con le code aperte e le ali spiegate. Questo tema è molto comune nell’arte bizantina e nei manoscritti medievali.
I pavoni sono stati considerati animali sacri e simbolici in molte culture antiche, come quella greca e quella romana, e sono spesso associati alla bellezza, all’immortalità e alla spiritualità. Inoltre, i pavoni sono stati spesso associati alla regalità e al potere, poiché le loro piume luminose e colorate erano considerate simboli di nobiltà e di potere.
Nell’iconografia cristiana, i pavoni affrontati sono spesso interpretati come simboli della Resurrezione di Cristo e della vita eterna. In questo senso, le piume dei pavoni rappresentano l’immortalità dell’anima e la bellezza della vita dopo la morte.
In generale, l’immagine dei pavoni affrontati può essere interpretata come simbolo di bellezza, di spiritualità e di potere, a seconda del contesto culturale e storico in cui è rappresentata.
Bibliografia: Il Bestiario di pietra leccese tra Medioevo e Liberty, di M. Marcucci